Le massaie di un tempo - di Vittorio Camacci
- Dettagli
- Categoria: Notizie
- Visite: 250
"Marite mì!
Che fatica lù vangà?
Mitte quà e leva là...
Lù filà fa tribulà
Te strappa lù core.."
La massaia era colei che come occupazione esclusiva, principale, curava l'andamento della propria casa, acquisendo competenze legate alla parsimonia ed al buon senso. La massaia di montagna era un'istituzione un elemento imprescindibile nell'economia d'altura. Essa collaborava con il capo-famiglia, nella maggior parte dei casi era la moglie oppure la madre o la sorella maggiore non sposata. Era la prima a svegliarsi al mattino per preparare il pane o la colazione per tutti.
I contadini erano soliti alzarsi all'alba, prima che sorgesse il sole, per poi recarsi in campagna a lavorare la terra. La loro primaria occupazione era quella di rendere relativamente fertili gli avari terreni montani. Questo richiedeva molta fatica, si dovevano togliere le pietre che impedivano l'aratura e spianare il più possibile il suolo per assicurare l'irrigazione e ottenere così un discreto raccolto. Le massaie spesso si univano agli uomini, sentendosi anch'esse legate alla terra. A quell'epoca esse non avevano nessuna sicurezza sul lavoro e nemmeno informazioni, perché finanziariamente non potevano comprare e giornali e soprattutto non avevano accesso, come gli uomini, alle osterie o ai circoli di paese. Erano quindi costrette a tramandarsi le ricette, le cure del corpo, da madre in figlia, da sorella a sorella, da vicina a vicina, contando solo sul pettegolezzo come unica forma di informazione. Esse erano, quindi, costrette a seguire le indicazioni del padrone di casa con cui interagivano in completa subordinazione e con il quale condividevano gli obblighi, ma non il guadagno. Infatti, l'amministrazione del denaro spettava principalmente all'uomo.
Spesso esse governavano anche gli animali nelle stalle: le pecore, alcune mucche, una bestia da soma e soprattutto qualche maiale che in inverno veniva ucciso per ottenere strutto, carne e salumi. Le bestie da soma servivano per trasportare il materiale dalla campagna: il fieno, la legna, i frutti della terra ed essa sapeva caricarle e condurle nel caso in cui dovesse soppiantare gli uomini. La sera, il capo-famiglia e la massaia entravano nella stalla, davano da mangiare e bere alle bestie, poi le mungevano e così ricavavano il latte che veniva usato per la caseificazione, per la colazione del mattino e per la preparazione dei dolci. Le massaie accudivano anche il pollaio, nutrendole e sorvegliandole quando si lasciavano libere nella campagna a beccare nel terreno. Se c'erano uova in abbondanza spesso venivano vendute al mercato o ai negozianti. In quel tempo le abitazioni non erano fornite di acqua corrente, quindi esse dovevano recarsi alle fonti pubbliche, con le conche di rame e dopo averle riempite le sistemavano sopra il capo con una "roccia" (canovaccio arrotolato), per trasportare in casa il prezioso liquido per gli usi quotidiani. Spesso non essendo in possesso di denaro, quando dovevano fare la spesa, non potevano pagare il negoziante, allora questi scriveva limporto dovuto in un libretto (segnava). Poi il conto veniva saldato quando riuscivano a racimolare qualche soldo ricavato dalla vendita di bestie, di legname o di prodotti della terra.
Tra i vari compiti assegnatigli c'era anche quello della cura dell'orto dal quale ricavava le verdure necessarie per la cucina. I primi giorni della settimana si recavano ai lavatoi o ai bordi dei ruscelli e con gran trambusto facevano il bucato. Usavano il sapone fatto in casa con il grasso di maiale, la pece greca e la soda caustica. Questo lavoro era molto faticoso perché l'acqua fredda intirizziva le mani. Quando la sera gli uomini tornavano dalla campagna essa doveva preparare la cena utilizzando le cose che aveva in dispensa. Minestrone, patate, fagioli e polenta erano i piatti principali. Solo nei giorni di festa si mettevano in tavola pasta e carne. Formaggio e insaccati servivano invece per riempire le "sparrette", canovacci in tela grossolana annodati, in cui si riponeva la merenda da portare in campagna. Il riposo notturno delle massaie era di sole tre o quattro ore. Cominciava dopo aver sparecchiato, pulito, tessuto al telaio, con la recita sgranata del rosario e finiva con la sveglia prima dell'alba toilettandosi nella camera da letto dove usava un porta-catino e una brocca d'acqua, utile appena per lavarsi mani e viso. Allora, come abbiamo già detto, le case erano prive di acqua corrente ed elettricità. Per la luce si usavano le lampade a petrolio e per l'acqua bisognava attingere dalle fonti pubbliche. Nelle passate epoche era dura la vita delle donne, una vita semplice e modesta che aveva bisogno di solidarietà femminile, scambi di idee, dialogo e soprattutto aveva necessità di rispetto reciproco, serietà e aiuto vicendevole.
Vittorio Camacci
La LIPU annuncia un lieto evento
- Dettagli
- Categoria: Notizie
- Visite: 309
La LIPU dà il lieto annuncio della schiusa, oggi 9 giugno, delle prime due uova (in tutto sono tre, ma il terzo in genere è deposto con qualche giorno di ritardo) nel nido del Fratino che ha scelto la qualità ambientale di San Benedetto del Tronto e del Lido Sabbiadoro (conc. 59) per riprodursi.Questo piccolo uccello marino, appartenente ad una specie particolarmente protetta dalle leggi nazionali e comunitarie e dalle Convenzioni internazionali, ha visto la propria popolazione diminuire del 50% negli ultimi venti anni anche in Italia. Nidifica in pochissime aree del litorale marchigiano e adriatico, in quanto ha bisogno di ambiente pulito e non disturbato dalle attività umane.
Il nostro Fratino ha scelto il Lido Sabbiadoro circa un mese fa, in un momento di relativa tranquillità.
Ma con il supporto costante dei volontari della Lipu, i bagnanti ed il gestore sig. Marco Merli sono riusciti a tenere una condotta rispettosa e persino protettiva (è accaduto che un cane sciolto, fuggito dal vicino Lido del Carabiniere, ha messo a rischio mamma Fratino nella scorsa settimana, ma i clienti del Sabbiadoro sono prontamente intervenuti).
Adesso viene la parte difficile, i piccoli a poche ore dalla nascita inizieranno a correre dappertutto all’impazzata, servirà pertanto una maggiore cautela da parte di cittadini e turisti, che comunque hanno già dimostrato di comprendere ed apprezzare la valenza naturalistica di questo eccezionale indicatore ambientale, capace di attivare anche un interesse turistico di settore tra birdwatchers e fotografi naturalisti.
La LIPU rinnova il suo appello affinché da parte di tutti si cerchi di arrecare il minimo disturbo per giungere, con il prossimo involo, ad un successo riproduttivo del quale l’intera città sarà madrina e che avrà il suo peso anche nell’istituzione dell’Area Marina Protetta del Piceno, di recente rilanciata anche dagli operatori del settore turistico e dalla parte più illuminata degli operatori della pesca.
Avv. Stefano Quevedo, delegato LIPU per la Sezione di San benedetto del Tronto e Coordinatore regionale LIPU Marche
foto Vincenzo Iacovoni
Festival dei due Parchi - Camminata del buon pastore 4° Edizione
- Dettagli
- Categoria: Notizie
- Visite: 277
Eco-Passeggiata Cultural-Naturalistica dalla Chiesetta della Madonna della Neve alla Chiesetta della Madonna dei Santi – FAETE di ARQUATA DEL TRONTO (AP) - Domenica 13 Giugno 2021, dalle ore 09.00Il Festival dei due Parchi continua lungo i sentieri della sua 12° Edizione, invitando camminatori, amanti della natura, grandi e piccini, nonni, nipoti, famiglie con bambini e ragazzi a prendere parte all’Eco-Passeggiata Cultural-Naturalistica dalla Chiesetta della Madonna della Neve in località Faete, alla Chiesetta della Madonna dei Santi in località Spelonga, nel territorio di Arquata del Tronto (AP), Domenica 13 Giugno 2021, a partire dalle ore 09.00.
Un percorso tra i boschi del territorio di Arquata del Tronto (AP) di circa 11 km tra andata e ritorno, con passaggio sul Monte Cività (1.049 mt slm) da cui è possibile godere di un panorama unico con affaccio sul Monte Vettore e sul Monte Redentore, per ricordare che c’è la speranza di darsi e ottenere quelle possibilità di miglioramento per se stessi, per il proprio paese, per tutto il mondo, consapevoli che la coralità può creare bellezza, per camminare di nuovo insieme sui tratturi degli avi, per avvicinarci al cielo e realizzare quel progetto cosmico di tutti i popoli che sognano e credono nella fatica e nel sacrificio.
La manifestazione si svolgerà nel rigoroso rispetto delle regole di distanziamento, uso delle mascherine e di ogni altra prescrizione per la prevenzione della diffusione del covid-19, come da normativa nazionale e regionale e come previsto dal regolamento della manifestazione disponibile sul sito ufficiale del Festival dei due Parchi.
Il Festival dei due Parchi propone l’arte del camminare come arte di ascoltare le preghiere che echeggiano nell’aria dei boschi, delle valli, dei mari, preghiere che danno cuore alla mente e alla mente un cuore, perché la fusione del sacro e del profano è fusione per la pace, è opera d’arte creata dalle mani umili, semplici e forti degli uomini di buona volontà.
Iscrizione obbligatoria a causa dei protocolli covid. Per info ed iscrizioni: www.festivaldeidueparchi.it , 0736.250818.
“Chiese aperte”: appuntamento culturale venerdì 11 giugno
- Dettagli
- Categoria: Notizie
- Visite: 290
ASCOLI – Proseguono le iniziative di carattere culturale organizzate ormai da anni, con successo di partecipanti, dall’Unione Sportiva Acli Marche.
Venerdì 11 giugno, infatti, si svolgerà una manifestazione che è realizzata nell’ambito del progetto “Gli itinerari della fede”.
Si tratta di un tour culturale denominato “Chiese aperte” che prenderà il via alle ore 21 davanti alla Cattedrale in Piazza Arringo ad Ascoli Piceno per poi proseguire con un itinerario predisposto dalla guida turistica abilitata Valentina Carradori che permetterà di visitare la Chiesa di Sant’Andrea, la Chiesa della morte e la Chiesa del Sacro Cuore.
Il tour culturale è gratuito, aperto ad un massimo di 40 persone ed è realizzato grazie al sostegno di Fondazione Carisap, Bim Tronto e Qualis Lab, con la collaborazione dell’Ufficio per la pastorale del tempo libero, turismo e sport della Diocesi di Ascoli Piceno (nell’ambito del progetto nazionale “Ora viene il bello”) ed al patrocinio del Comune di Ascoli Piceno.
In caso di maltempo l’iniziativa sarà rinviata ad altra data.
La prenotazione è obbligatoria e dovrà avvenire entro il 10 giugno con un messaggio al numero 3939365509 indicando nome e cognome di chi partecipa.
Saranno applicati il protocollo e le linee guida U.S. Acli nazionale di contenimento Covid19. L’utilizzo della mascherina ed il distanziamento saranno obbligatori.
Per informazioni sui prossimi appuntamenti con le attività dell’U.S. Acli Marche si possono consultare il sito www.usaclimarche.com e la pagina facebook Unione Sportiva Acli Marche.