Torna la “Camminata per Sant’Anna”
- Dettagli
- Categoria: Notizie
- Visite: 277
Il 30 luglio una passeggiata naturalistica a Centobuchi di Monteprandone
E’ giunta alla quinta edizione la “Camminata per Sant’Anna” che, dopo la sospensione dovuta alle misure di contenimento del Covid19, si svolgerà sabato 30 luglio alle ore 18.30.
Si tratta di una passeggiata naturalistica che prenderà il via alle ore 18,30 nell’area della festa di Sant’Anna “Arena Pontellara” vicino al Bar Sant’Anna, nell’omonima frazione del Comune di Monteprandone.
L’iniziativa rientra nel progetto “Gli itinerari della fede” che l’Unione Sportiva Acli Marche Aps sta portando avanti nel territorio regionale e che ha permesso a tanti cittadini di conoscere meglio, dal punto di vista storico, culturale ed architettonico, chiese, conventi ed altre strutture religiose.
La partecipazione all’iniziativa è gratuita.
La manifestazione è organizzata grazie alla collaborazione di Associazione Sant’Anna, Festa Sant’Anna, Circolo Acli Oscar Romero Aps Asd, Ufficio per la pastorale sport, turismo e tempo libero della Diocesi di San Benedetto del Tronto e Qualis Lab – Analisi cliniche.
La prenotazione è obbligatoria inviando un messaggio al numero 3939365509, indicando nome e cognome di chi partecipa e la data della manifestazione.
Durante l’iniziativa saranno applicati il protocollo nazionale e le misure di contenimento Covid19 dell’U.S. Acli nazionale.
Chiese e tesori di San Benedetto del Tronto
- Dettagli
- Categoria: Notizie
- Visite: 266
In occasione delle festività della Madonna della Marina, l’Unione Sportiva Acli Marche Aps organizza “Chiese e tesori di San Benedetto del Tronto”. Si tratta di un tour culturale che prenderà il via alle ore 21,30 di mercoledì 27 luglio in Piazza Nardone, davanti alla Cattedrale della Madonna della Marina.
A seguire sarà possibile visitare la Cattedrale e poi recarsi nel vecchio incasato del Paese Alto, fino alla Torre dei Gualtieri.
La partecipazione all’iniziativa, che prevede la presenza di una guida turistica abilitata, è gratuita.
La manifestazione è organizzata grazie al sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Ascoli Piceno, in collaborazione con Circolo Acli Oscar Romero Aps Asd, Ufficio per la pastorale sport, turismo e tempo libero della Diocesi di San Benedetto del Tronto e Qualis Lab – Analisi cliniche.
La prenotazione è obbligatoria (massimo 70 partecipanti) inviando un messaggio, entro il 25 luglio, al numero 3939365509 indicando nome e cognome di chi partecipa e la data della manifestazione.
“Chiese e tesori di San Benedetto del Tronto” rientra nel progetto “Gli itinerari della fede” che l’Unione Sportiva Acli Marche Aps sta portando avanti nel territorio regionale e che ha permesso a tanti cittadini di conoscere meglio, dal punto di vista storico, culturale ed architettonico, chiese, conventi ed altre strutture religiose.
Durante l’iniziativa saranno applicati il protocollo nazionale e le misure di contenimento Covid19 dell’U.S. Acli nazionale.
Ascoli: la città della carta e dell’acqua
- Dettagli
- Categoria: Notizie
- Visite: 296
lunedì 25 luglio un interessante tour culturale
Si svolgerà lunedì 25 luglio il tour culturale “Ascoli: la città della carta e dell’acqua” organizzato dal Circolo Acli Oscar Romero Aps Asd con partenza alle 21 davanti alla Cartiera Papale.
Si tratta della quarta tappa di una iniziativa regionale che sta toccando i temi della carta e dell’acqua, ma anche della storia, della cultura e delle attività produttive marchigiane, iniziativa composta da una serie di eventi che finora hanno coinvolto le città di Pioraco ed Ascoli Piceno (lo scorso 24 aprile).
In occasione della manifestazione di lunedì 25 luglio sarà possibile visitare gratuitamente anche la stessa Cartiera Papale, recentemente riaperta.
Attualmente la Cartiera è sede del Museo della Carta, della mostra permanente “Tutta l’acqua del mondo”, del Museo naturalistico “Antonio Orsini”, senza contare la biblioteca provinciale di storia contemporanea “Ugo Toria” che contiene circa 20mila volumi e la Sala multimediale “Nunzio Gulino” adibita a incontri e conferenze.
La partecipazione alla manifestazione è gratuita, ma occorre prenotare con un messaggio al numero 3939365509 entro il 24 luglio, indicando nome e cognome di chi partecipa e la data della manifestazione.
E’ comunque previsto un tetto massimo di 100 partecipanti.
Si consiglia di portare una bottiglietta d’acqua e di indossare abbigliamento e calzature comodi.
Ginocchia da lavandaia - di Vittorio Camacci
- Dettagli
- Categoria: Notizie
- Visite: 408
Tra i tanti mestieri andati perduti a causa del progresso, penso che quello della lavandaia sia stato il più disagevole e faticoso. Oggi si dice in tono ironico: "chiacchieri come una lavandaia", ignorando quanto sia stato duro e ingrato questo lavoro per intere generazioni di donne. Passando per il villaggio SAE di Borgo 1, dove oggi è attiva una moderna lavanderia, indispensabile per tutti, dove a buon prezzo è possibile fare il bucato, con semplicità estrema, attraverso l'ausilio di lavatrici, supportate da un sistema di asciugatura, ho pensato come spiegare alle nuove generazioni cosa comportava fare quello stesso lavoro tanti anni fa. La lavandaia tipo, era quasi sempre una vedova, con a carico tanti figli, che con i guadagni di questo tremendo lavoro, riusciva a stento ad assicurare la sopravvivenza della sua prole, a scapito della propria salute. Al tempo le abitazioni non erano provviste di acqua corrente, quindi bisognava recarsi sulle rive di un ruscello per lavare la biancheria. Il sapone veniva fatto in casa con il grasso di maiale, la pece greca e la soda caustica. Le donne partivano dal paese portando la biancheria in una grossa cesta, trasportata sopra la testa, protetta dalla "roccia", un grosso straccio ritorto e ripiegato a mo' di ciambella. Sulla riva del ruscello, ogni lavandaia aveva la sua postazione che consisteva, di solito, in un grosso lastrone d'arenaria, dove essa s'inginocchiava; e un'altra di duro e rugoso macinio, parzialmente immersa nell'acqua dove sciacquava i panni, sfidando il gelo sia in estate che in inverno. Stare in queste posizioni per ore, inginocchiate su una superficie dura o immerse nell'umidità portava molto spesso ad un brutta malattia: la borsite alle ginocchia. Anche le mani erano messe a dura prova tanto che in inverno si ricoprivano di dolorosissimi geloni e di penose ragadi, difficilissime da guarire. Le artrosi e i reumatismi erano delle malattie quasi naturali per queste donne e l'assenza di farmaci specifici, causavano ad esse un vero e proprio calvario nella vecchiaia. Una volta tornate in paese stendevano la biancheria al sole ad asciugare per poi essere stirata con un ferro pieno di carbonella presa dalle braci del camino. Alcune di esse, mettevano nella biancheria, accuratamente piegata, sacchettini di stoffa con lavanda, per completare con maestria il lavoro. Solo dopo la guerra, vennero costruiti i primi lavatoi pubblici, provvisti di vasche con acqua corrente e protetti da tettoie. Oggi tutto questo sembra assurdo, ma se un tempo esisteva un minimo d'igiene lo dobbiamo a queste coraggiose donne che per sopravvivere si consumavano mani, ginocchia e vita sulle rive di un torrente.