Ascolinscena - i vincitori
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ASCOLINSCENA
premi a Teatro Impiria di Verona e Il Cassetto nel Sogno di Pomezia
Si è svolta al PalaFolli di Ascoli Piceno sabato scorso 10 ottobre 2020 la Serata conclusiva della XIII edizione della Rassegna di Teatro Ascolinscena 2019-2020.
Iniziata lo scorso 9 novembre, la rassegna è stata interrotta dal Covid a marzo 2020. Con fatica, ma tanto desiderio di tornare in teatro, dopo aver adeguato tutti gli spazi alle nuove normative in tema di contenimento epidemiologico, il PalaFolli ha ospitato gli ultimi tre appuntamenti tra settembre e ottobre. Sabato scorso, con un teatro a metà capienza, sono stati decretati i vincitori dei Premi Ascolinscena 2019-2020. Sul palco gli organizzatori che, guidati dal mattatore della serata, Paolo Fratoni, hanno accolto gli invitati. Tra le compagnie partecipanti, alcune non sono riuscite ad essere presenti proprio in seguito all’emergenza sanitaria, ma hanno inviato video di saluto e ringraziamento molto graditi dal pubblico.
La serata è stata anche l’occasione per ospitare l’Assessore alla Cultura del Comune di Ascoli Piceno, la professoressa Donatella Ferretti, e il presidente della UILT Marche, Quinto Romagnoli, che hanno consegnato alcuni premi ed hanno riservato parole di stima per Ascolinscena e gli organizzatori.
I premiati della XIII stagione sono:
Miglior Attore Protagonista: Michele Vigilante per Monsiuer Battuex in “Bon Mariage” – Teatro Impiria
Miglior Attrice Protagonista: Chiara Rigo per Vigée in “Bon Mariage” – Teatro Impiria
Miglior Attore Non Protagonista: Andrea Cecchi per Pavel in “Un’ora di tranquillità” – Compagnia Secondavolta
Miglior Attrice Non Protagonista: Anna De Sanctis per Clotilde in “Non ti conosco più” – Compagnia Amici della Ribalta
Miglior Allestimento: Compagnia Teatro Impiria per “Bon mariage”
Miglior Spettacolo: “Bon mariage” – Teatro Impiria
Il Premio Gradimento del Pubblico, assegnato dal pubblico abbonato di Ascolinscena, è andato alla Compagnia Il cassetto nel sogno di Pomezia con “Taxi a due piazze”.
Il bilancio di Ascolinscena 2019-2020 è senza dubbio positivo, con 103 abbonati, una media di 150 presenze ogni sera, gli otto appuntamenti della rassegna di commedie sono stati un ottimo momento di incontro col teatro amatoriale di tutta Italia. I ringraziamenti vanno anche a chi ha sostenuto la Rassegna: Fainplast Compounds, UILT Marche e Comune di Ascoli Piceno. Ascolinscena è stata accompagnata nelle serate degli spettacoli da Supermercato Tigre di Villa Pigna e Cantina San Michele a Ripa di Ripatransone.
La serata di sabato scorso ha visto sul palco del Palafolli anche la II edizione di Avis In Corto, concorso per corti teatrali realizzato in collaborazione con Avis Provinciale di Ascoli Piceno. Ad esibirsi le compagnie Bottega dei Rebardò di Roma, Teatro Insieme di Padova e TeatrOltre di Sciacca (Agrigento). I premi messi in palio dall’Avis sono stati tre splendide gocce in ceramica, realizzate dalla maestra ceramista Barbara Tomassini, ed un premio in denaro. Ad aggiudicarsi la Goccia d’Oro è stato il monologo “Sono le storie che ancora fanno paura ai mafiosi” della Compagnia TeatrOltre, un testo commovente sull’uccisione di una giovane donna che, con il suo atteggiamento, metteva in imbarazzo il padre, capo-mafia locale.
Concluso un anno davvero difficile per le rassegne teatrali, gli organizzatori di Ascolinscena hanno già aperto il nuovo bando di concorso per selezionare gli spettacoli che andranno in scena nella XIV Edizione il cui inizio è previsto ad anno nuovo.
L’invito a tutti gli amanti del teatro amatoriale è quello di rivederci il prima possibile con nuovi e divertenti spettacoli presso il PalaFolli di Ascoli Piceno.
L’invito alle compagnie, invece, è quello di consultare il nuovo bando Ascolinscena XIV Edizione che prevede diverse agevolazioni per la partecipazione, visto anche il momento piuttosto difficile che stiamo attraversando.
L’appuntamento è quindi per il nuovo anno, con la speranza di tornare ad abbattere il distanziamento sociale e ad abbracciarci di nuovo.
PalaFolli teatro
www.palafolli.it
Fermo Choral Fest 2020
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FERMO CHORAL FEST 2020, 9 - 10 - 11 ottobre
CONCORSO CORALE NAZIONALE "CITTA' DI FERMO”
Concerti, Formazione, Ricerche d’Archivio, Interviste, Competizione
Associazione Musica Poetica, Vox Poetica Ensemble in collaborazione con TAM Tutta un’Altra Musica
Eventi a ingresso gratuito e nel rispetto delle norme anti Covid vigenti.
Per prenotazione posti:
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clicca sulla foto per ingrandirla
Sabato 10 ottobre ore 10,30 Sala dei Ritratti – Ricerche d’Archivio
RAFFAELLO E I PAPI MEDICEI
Echi musicali a 500 anni dalla morte del Principe dei Pittori.
Conversazione con Simone Settembri e Giulio Fratini che ci condurranno ai fasti dell'arte musicale e pittorica con un racconto ricco informazioni storico/artistiche, curiosità e aneddoti.
Sabato 10 ottobre ore 21,15 Cattedrale di S. Maria Assunta - Concerto
VOX POETICA ENSEMBLE, Soli, Coro & Orchestra Barocca
Concerto per il XV anno di attività, Alessandro Ciccolini primo violino concertatore Giulio Fratini cembalo e direzione.
Il programma di questa serata è basato esattamente su questo concetto: l’unità sottesa alla differenza. Come in una grande Koinè, nell’Europa del XVIII secolo gli stili transitano, si mescolano e si compenetrano tra loro e avviene, allora, che il boemo Zelenka studia in Italia a Napoli e Venezia, il tedesco Bach studia anch’egli in Italia senza esservi mai stato ma solo attraverso le composizioni che gli giungono tra le mani; poi ci sono i compositori italiani, i più noti ed i meno noti, come Vivaldi e Zani che esprimono quella naturale trasparenza del gusto italiano che s’impone come stile da seguire durante “secolo dei lumi”.
Da ultimo, ma non da ultimo, un “allievo” di Antonio Vivaldi, Alessandro Ciccolini che con il suo comporre di oggi guarda indietro al XVIII secolo tanto da definire la propria come “musica barocca contemporanea”, un comporre di oggi con uno stile di ieri dove non regna la copia ma nuova creatività.
Domenica 11 ottobre ore 10,30 Sala dei Ritratti – Intervista
ARTE E CULTURA MUSICALE quale importante veicolo turistico.
Quali le prospettive per Festival, Rassegne ed eventi musicali di generare e attrarre flussi turistici?
Con questa conversazione tra artisti, operatori del settore, dirigenti e maestranze della cultura, si intende accendere un faro su un settore che può generare importanti flussi turistici auspicando sinergie tra Arte Visiva e Cultura Musicale. Molte le città italiane che operano con successo su questi temi, generando così un indotto importantissimo per i centri storici interessati.
Domenica 11 ottobre ore 17,00 Sala dei Ritratti – Concerto
ARMONICI CONCENTI, Mottetti, Sonate e trii del Settecento italiano
Giacomo Silvestri, oboe barocco, Riccardo Bottegal, violino barocco
Roberta Sollazzo, contralto, Giulio Fratini, cembalo
ENSEMBLE VOCALE - IL QUARTETTO – Roma
SALVE REGINA, l’ispirazione mariana nella musica vocale a Roma nei sec XVI-XVII
Chiara Diletta Marini, Soprano, Chiara De Angelis, Alto, Andrea Moretti, Tenore, Alessandro Masi, Basso.
Giulio Fratini organo.
Pomeriggio musicale specialissimo con i gruppi ARMONICI CONCENTI, Mottetti, Sonate e trii del Settecento italiano e l'ENSEMBLE VOCALE IL QUARTETTO di Roma.
In programma capolavori quali, Sammartini, Tartini, Vivaldi, Bach, Lasso, Frescobaldi, Palestrina, Victoria, Nanino, Scarlatti.
In allegato il materiale promozionale.
INFO: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - WA 338 5262136
Ascolinscena 2019-2020 - si proclamano i vincitori
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ASCOLINSCENA 2019-2020:
finalmente si proclamano i vincitori e si va in scena con AVIS IN CORTO
Dopo la sospensione a causa dell’emergenza sanitaria e dopo il recupero dei due spettacoli finali, giunge oramai a conclusione la XIII Edizione di Ascolinscena svoltasi al PalaFolli teatro di Ascoli Piceno.
Organizzata dalle compagnie Castoretto Libero, DonAttori, Li Freciute e Compagnia dei Folli, Ascolinscena è una rassegna di commedie messe in scena da compagnie amatoriali provenienti da tutta Italia. L’edizione numero tredici, inizata nel lontano novembre 2019, ha registrato un ottimo successo che l’ha resa una delle più partecipate degli ultimi anni.
La serata delle Premiazioni in programma sabato 10 ottobre 2020 alle ore 21:00 è un evento speciale per tutta la rassegna, si svolgerà infatti la II Edizione di AVIS IN CORTO, concorso riservato a corti teatrali organizzato da Ascolinscena con l’Avis Provinciale di Ascoli Piceno.
Avis in Corto è nato in collaborazione con Avis Provinciale di Ascoli Piceno come possibilità di tenere alta l’attenzione sulla donazione di sangue, gesto volontario, gratuito e libero che diventa stile di vita di altruismo e sensibilità nei confronti degli altri. L’idea è quella di selezionare corti teatrali, dalla lunghezza di massimo 15 minuti, che saranno messi in scena durante la serata di sabato 10 ottobre.
I corti teatrali selezionati per l’Edizione di Avis in Corto 2020 sono:
- “834” di Francesco Rizzo con la compagnia Bottega dei Rebardò di Roma; è un monologo sul tempo, sulle parole e sull’importanza che tutto questo ha nella nostra vita. Noi molte volte non ci accorgiamo di come usiamo le nostre parole e la nostra vita.
- “La topastra” di Stefano Benni con la compagnia Teatro Insieme di Padova; La Topastra è un monologo in bilico tra comico e grottesco, tra divertimento e riflessione, che rappresenta con sarcasmo, ironia e disincanto tematiche gravi e attuali quali il pregiudizio e la discriminazione,
- “Sono le storie che fanno ancora paura ai mafiosi” di Franco Bruno con la compagnia TeatrOltre di Sciacca (AG). Il testo si basa sulla storia vera di Lia Pipitone, giovane donna palermitana, fatta uccidere dal padre il 23 settembre 1983, perché i comportamenti della figlia stavano mettendo a disagio lui e la cosca mafiosa a cui egli apparteneva.
Dopo le tre esibizioni, il pubblico presente in sala avrà il compito di votare uno tra i tre corti in concorso e a conclusione della cerimonia di Premiazione di Ascolinscena, si proclamerà il vincitore della II Edizone di Avis in Corto e vincitore della Goccia d’Oro.
La serata avrà inizio alle ore 21:00. E’ possibile acquistare i biglietti, del costo di € 10,00, presso il PalaFolli o chiedere informazioni allo 0736-352211.
La Rassegna Ascolinscena ha ottenuto il Patrocinio del Comune di Ascoli Piceno ed è sostenuta dalla UILT Marche, dalla Fainplast Compounds, dal Supermercato Tigre di Villa Pigna e Cantina San Michele a Ripa di Ripatransone (AP).
Ascolinscena ha già aperto il nuovo concorso per compagnie amatoriali per l’edizione 2020-2021 che si spera possa iniziare a gennaio 2021.
Info www.palafolli.it oppure 0736-35 22 11
Il carro dei vinti - di Vittorio Camacci
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RITORNO A CASA
Ancora ricordo i miei passi nel bosco di castagni
In questa piccola terra quasi invisibile
Tra massi d' arenaria venuti giù dall' altopiano
Dove non c' è nessun orologio a segnare il tempo
Che vola insieme al vento e riporta al tempo passato
Sussurrando agli alberi secolari
C' è un sentiero scavato nei millenni
Da dove tornavo a casa
Quando ancora mia madre aveva una ragione
Che svanì con il dolore per le perdite del terremoto
Donna ostinata nello sfidare la natura
Graffiava la terra da cui ricavava abbondanza di cose buone
Carezze di vita che emanavano sapori antichi
Ricavati dal falò scoppiettante
Quando i primi colori del crepuscolo
Arrivavano su nostalgici giorni.
Le nostre montagne sono una parte del nostro cuore, ci capitano in pochi: qualche straniero amante della genuina solitudine, turisti di ritorno, camperisti a caso. Non esiste il turismo di massa, nonostante la bellezza del paesaggio, l’armonia dei borghi appoggiati sui colli, sugli speroni di roccia arenaria, sulle falde montane. Ci vengono soprattutto quelli che hanno la casa paterna, in un legame atavico che si presenta, ormai, solo d'estate o qualche giorno delle festività natalizie.
I nostri paesi vivono solo quei quindici giorni d'agosto, un piccolo pellegrinaggio laico verso le origini, verso piccole feste popolari. Le nostre terre sono state sempre un posto da cui andarsene, non c'è quasi nessuno d'inverno nei villaggi di pietra, in gran parte sbriciolati dal terremoto: anziani senza speranza, energumene badanti dell'est, qualche prete straniero, le famiglie che mandano avanti, con fatica, le attività commerciali necessarie, quei fortunati che lavorano nei posti statali e soprattutto pochi bambini, d'inverno ci sono più cinghiali e lupi che ragazzi sui nostri monti.
Ora il tempo passa e le cose nel post-terremoto cambiano velocemente, bisogna alzare le difese, anche perché ogni volta che facciamo uno sforzo otteniamo un risultato positivo. Non deve più partire gente dalla nostra terra, bisogna impegnarsi per far ricostruire tutto com'era. Sradicare ulteriormente gente da qui sarebbe un atto veramente crudele, sarebbe aggiungere altra sofferenza, altro dolore. Bisogna ricostruire per la gente di montagna, preservando le pietre e le soglie antiche, non si può cancellare l'anima dei nostri luoghi usando solo ferro e cemento.
Qui, adesso, sono tutti a favore del turismo sostenibile, lento, sono tutti diventati esperti del settore, di gestione dei rifugi, di escursionismo. È facile salire sul carro del successo ed accaparrarsi meriti non propri. Queste persone le riconosci subito, parlano solo di loro, in prima persona e pretendono anche di aver riconosciuto meriti non loro.
La verità non è una roccia, è un prato, una miriade di fili d'erba mossi dal vento. Queste persone dimenticano che qualcuno, prima di loro, ci ha messo la faccia, le sue esperienze maturate altrove in anni ed anni di pellegrinaggio esperienziale ed ha raccontato poi le sue verità perché tra interessi economici, omertà, realtà soggettive, ideologie vetuste ci ha vissuto e ne ha subito i soprusi.
La massa dimentica e non conosce, si abbassa ai potenti di turno. Da bambini ci avevano insegnato ad aver paura dei lupi, oggi sono le "pecore" che dobbiamo temere, quelli che abbassano sempre la testa. La prepotenza toglie la vita, essa ti illude, ti intima, ti condanna alla paura, ti rovina, ti distrugge la speranza. Agisce minacciando ritorsioni, vive in perfetta simbiosi con una miriade di protettori, complici, informatori, trova terreno fertile in mezzo a gente debole, intimidita, in difficoltà.
C'è chi controlla il nostro territorio, è un fenomeno antico, complesso e mutevole nel tempo. Cerca di essere invisibile, camaleontico e mimetico ma è facilmente percepibile per chi conosce i meccanismi di "certe famiglie" e la storia dei nostri paesi. Si assurgono a leader, pretendono di trovare soluzioni e provvedere ai bisogni di tutti invece si aggiustano solo i fatti loro. Sono loro che hanno piantato mille e più chiodi sulla superficie della nostra terra, il terremoto li ha tolti ma le cicatrici, purtroppo, sono rimaste e qualcuno non dimentica. Solo l'uomo comune dimentica, indotto dall'egoismo diventando così un idiota che vivrà sempre nell'ignoranza non conoscendo il rispetto.
I terremoti in Italia hanno provocato sempre decenni di sprechi e mala-politica, diventano infiniti, la burocrazia uccide più del terremoto, placatasi la terra non è più la natura ostile ad affilare la falce, ma la mano dell'uomo. Uccide più il sistema della corruzione che il sisma. Ci potrà salvare solo l'uomo vero, quello che vive secondo la sua più autentica natura, aldilà di tutte le esteriorità, le convenzioni, le regole imposte dalla società corrotta. L'uomo che ritrova la sua genuina natura e vive conforme ad essa nella felicità. Invece, quando fai qualcosa di buono cominci ad avere tutti contro: quelli che volevano fare la stessa cosa senza riuscirci, perché vili, incapaci, ignavi; quelli che non volevano fare niente, la stragrande maggioranza.
L'uomo ignorante vuole un nemico, ti odia perché sei meglio di lui, crea bugie invidiose, le fa ripetere ai cretini e le fa credere agli idioti. Il nostro grammo di comportamento esemplare vale il loro quintale di parole. Comunque, alla fine nessuno è innocente perché in questa terra disastrata siamo diventati tutti individualisti, superficiali e violenti. Almeno noi abbiamo preso una decisione, abbiamo colto il fiore prima che appassisse, abbiamo guadato il fiume per raggiungere un'altra riva, abbiamo dato un senso alla nostra vita di terremotati.
Guardatevi attorno: muri crepati, calcinacci in mezzo a dolore e silenzio, lo stesso silenzio che unito alla malinconia ed alla rassegnazione avvolge i nostri piccoli borghi, segno di decadenza e spopolamento. Se ci aggiungiamo le infrastrutture precarie, i servizi carenti, la situazione diventa drammatica. Allora bisogna vedere il bicchiere mezzo pieno, dobbiamo vedere la ricchezza ambientale, culturale, sociale, artigianale, agricola, enogastronomica, se perdiamo anche questo allora saremo senza speranza. Ritroviamo l'orgoglio, la dignità, l'identità partendo dall'ascolto e dall'umiltà, dalla riconoscenza e dal riconoscimento. Non dimenticate che abbiamo avuto un grande passato e su quello dobbiamo costruire il nostro futuro.
Vittorio Camacci