“Offida e le donne” - “Camminata dei musei”
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La seconda tappa del progetto “Camminata dei musei”
si svolgerà il 13 marzo
L’U.S. Acli provinciale, con il patrocinio e il contributo del Consiglio Regionale – Assemblea legislativa delle Marche e dell’Assessorato allo sport del Comune di Offida, organizza l’iniziativa “Offida e le donne – Camminata dei musei” il 13 marzo con partenza da Piazza del Popolo alle 9,30 nell’ambito delle manifestazioni per la Giornata internazionale della donna.
La manifestazione prevede un tour culturale gratuito con visita guidata al Museo Sergiacomi ed alla Chiesa di Santa Maria della rocca. La prenotazione è obbligatoria inviando un messaggio al numero 3939365509 indicando data della camminata e nome e cognome di chi partecipa entro il 10 marzo e comunque è previsto un massimo di 90 partecipanti.
Per l’ingresso alla struttura museale ed alla chiesa sono obbligatorie la mascherina ed il Green Pass rafforzato.
Il progetto “Camminata dei musei”, avviato nel 2015, e dunque giunto all’ottava edizione, intende promuovere il movimento e la fruizione dei musei considerato che la pandemia del Covid19 ha avuto ricadute disastrose su tali strutture come un meno 72% dei visitatori nel 2020 nonostante il 92% delle strutture sia rimasto aperto (seppur parzialmente).
L’abitudine degli italiani a visitare i musei, vere e proprie eccellenze culturali ricche di storia e di arte, rimane comunque limitata se si considera che il 64% di loro non li frequenta e che già nel 2019 c’era stato un calo rispetto al 2018, anno nel quale si registrò un record di ingressi.
“Offida e le donne” viene realizzato in collaborazione con Qualis Lab, laboratorio analisi cliniche, durante l’iniziativa saranno applicati il protocollo e le linee guida nazionali di contenimento Covid19.
Grottammare a scuola di sviluppo sostenibile e agenda 2030
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Al via in 18 classi delle scuole medie di Grottammare il ciclo di lezioni La mia Scuola a Rifiuti Zero con focus sull’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e su tre dei 17 obiettivi:
Per le classi prime: Obiettivo n.1 Lotta alla povertà
Per le classi seconde: Obiettivo n.11 Città e comunità sostenibili
Per le classi terze: Obiettivo n.13 Lotta al cambiamento climatico
Le lezioni si svolgono presso la Scuola Secondaria di Primo grado Leopardi nel plesso centrale Via Toscanini, nel plesso centrale “G. Speranza” e nel plesso Zona Ascolani.
Le lezioni sono parte del progetto Ambiente Bene Comune di Grottammare, un progetto nato nel 2019 per volontà dell’Amministrazione comunale, Marche a Rifiuti Zero e diversi partner e sponsor, a partire da PicenAmbiente, il gestore del servizio di raccolta dei rifiuti urbani che, attraverso l’impegno delle attività commerciali e ricettive, e dell’intera cittadinanza, mira alla riduzione degli imballaggi e al risparmio di risorse preziose.
Il progetto scolastico, che vede le scuole di Grottammare impegnate in percorsi di educazione ambientale già dal 2019, vuole avvicinare i ragazzi alla sostenibilità e all’applicazione dei principi dell’economia circolare nella vita quotidiana. Ognuno di noi può partecipare alla transizione ecologica e alla costruzione di un ambiente sostenibile allontanandosi da uno stile di vita basato sulla cultura dell’usa e getta e poco attenta alla salute dell’ambiente. Ecco perché è necessario abbracciare i 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile, che riguardano non solo aspetti ambientali, ma anche sociali ed economici, perché vivere in modo sostenibile significa anche rispettare i diritti fondamentali dell'uomo: la salute, la sicurezza alimentare, il benessere psicofisico, l'uguaglianza tra gli esseri umani.
Dobbiamo avvicinarci a un nuovo modo di pensare l’economia: abbandonare il legame con lo sviluppo lineare (produzione, consumo, rifiuti) che ha caratterizzato l’ultimo secolo e orientarci verso uno sviluppo sostenibile (riduzione degli sprechi, riuso, riciclo).
La Strategia Nazionale e la Strategia regionale di Sviluppo Sostenibile mostrano come l’Italia e la Regione Marche abbiano elaborato un piano specifico per raggiungere la sostenibilità e come il cambiamento climatico e i suoi effetti siano fortemente legati al rispetto dei diritti umani e al concetto di equità. E’ un dato di fatto che i più colpiti dal cambiamento climatico sono coloro che meno hanno contribuito al global warming, ovvero i paesi poveri. Questi ultimi purtroppo non riescono ad adattarsi al cambiamento climatico come i paesi ricchi in quanto manca di base il rispetto dei diritti fondamentali.
Nelle lezioni rivolte alle prime vediamo come la povertà sia legata non solo al reddito ma anche alla povertà di mezzi e servizi. Grande è stata la difficoltà per esempio di parte dei giovani italiani nel seguire lezioni in DAD per mancanza di un pc personale o di una buona connessione.
Il COVID 19 ha inoltre aumentato la percentuale di povertà estrema nel nostro Paese: mai così alta dal 2005. Eppure le misure di protezione sociale messe in campo dal governo (es. cassa integrazione) hanno mitigato la situazione, evitando percentuali di povertà maggiori. Non è stato così purtroppo per i paesi del sud del Mondo.
Nelle lezioni alle seconde impariamo che creare comunità sostenibili significa rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e senza sprechi, facendo sì che la cittadinanza sia parte attiva dei processi decisionali, possa muoversi in modo sostenibile, sia circondata dal verde e abbia accesso ad alloggi adeguati e legati all’uso di fonti rinnovabili. Dal 2021 in Italia tutte le nuove abitazioni sono Edifici nZEB (nearly Zero Energy Building) ovvero edifici ad altissima prestazione energetica il cui fabbisogno energetico molto basso o quasi nullo è coperto in misura significativa da energia da fonti rinnovabili, prodotta in situ. Sono inoltre edifici antisismici e intelligenti per rispondere alle esigenze di salubrità, confort e sicurezza delle persone.
Con grande sorpresa da parte dei ragazzi scopriamo che Grottammare è già città sostenibile! Diversi sono i riconoscimenti del Comune: è inserito nella Rete delle Città Sostenibili e ha ottenuto la Bandiera Blu, Lilla, Gialla e quella delle Spighe Verdi.
Nelle lezioni rivolte alle terze vediamo come il cambiamento climatico abbia variegati effetti sull’intero ambiente naturale e su chi lo abita. I migranti climatici e la trapped population ne sono testimonianza. I primi sono persone che, a causa di cambiamenti dell’ambiente che influenzano negativamente la loro vita o le condizioni di vita, sono obbligati a lasciare la propria dimora spostandosi all’interno del loro paese o all’estero. I secondi invece non potendo lasciare il proprio paese sono soggetti all’impoverimento e al degrado ambientale. La chiave per lottare contro il cambiamento climatico è racchiusa nel piano clima e nelle sue misure di adattamento e di mitigazione per mantenere la temperatura al di sotto di 2 gradi, come specificato dagli Accordi di Parigi. Molto però possiamo fare anche noi! D’altronde i 17 obiettivi devono essere portati avanti da tutti i cittadini dei paesi dell’ONU!
L’ultima parte della lezione è dedicata a un vero e proprio confronto con i ragazzi su consigli e buone pratiche per migliorare la nostra impronta ecologica: consumi corti e leggeri, energie rinnovabili, mobilità intelligente e alimentazione equilibrata, privilegiando prodotti durevoli e con imballaggio ridotto o in carta. Eliminare il mono uso e limitare l’acquisto di oggetti e imballaggi in plastica è necessario e sempre più facile. Diverse sono le alternative già disponibili sul mercato: spazzolino da denti in bambù, uso dell’acqua del rubinetto e della borraccia, acquisto di cosmetici solidi o alla spina, acquisto di prodotti sfusi. Se non troviamo alternative valide possiamo autoprodurre: per questo organizziamo un laboratorio di autoproduzione di sapone e dentifricio: così i ragazzi fanno propri tre principi cardine della strategia rifiuti zero: ridurre, riusare e riciclare.
Previsti per i ragazzi anche laboratori da realizzare in autonomia. Il primo è un vero e proprio compito di realtà: donare all’Associazione I care di Grottammare un oggetto personale non più utilizzato (libro, vestito, gioco ecc..) per aiutare ragazzi in difficoltà.
L’altro laboratorio riguarda la creazione di un manifesto di “Grottammare città sostenibile”, per promuovere la città in questa veste utilizzando un format fornito da Aries communication & design, responsabile comunicazione e grafica del progetto.
Al PalaFolli di Ascoli Piceno arriva “Ascensore 2 interno 4”
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Sabato 5 marzo 2022 alle ore 21:00 al Teatro PalaFolli di Ascoli Piceno andrà in scena una divertente commedia interpretata da Elisa Gelosi e Cinzia Orlandi della Compagnia Teatrale Terzo Tempo di Civitanova Marche.
Scritto da Giuliano Angeletti dal titolo “Ascensore 2 interno 4”, la commedia racconta l’incontro tra due donne, diversissime tra loro e provenienti da due diversi ceti sociali.
L’imprevisto che le farà incontrare è l’uso di un ascensore nella tarda serata di una domenica. Un architetto per interni, Ingrid, donna rigida, razionale, dedita al lavoro e Marisa, ragazza appariscente e disinibita, avranno modo di conoscersi bene perché l’ascensore su cui sono salite improvvisamente interrompe la sua corsa, imprigionandole. Le due protagoniste, dopo l’imbarazzo e l’antipatia iniziale, impareranno a conoscersi fino addirittura a stimarsi: ma quando l’ascensore finalmente riprende la sua corsa verso l’alto, ognuna torna alla propria vita, ai propri affetti ma con un’esperienza che segnerà per sempre il loro futuro e il finale, come in tutti i testi di Angeletti, sarà una sorpresa.
Sul palco del PalaFolli di Ascoli Piceno due brave attrici, Elisa Gelosi e Cinzia Orlandi, quest’ultima è anche regista dello spettacolo. Una scenografia essenziale, il vuoto intorno all’ascensore, a creare un senso di prigionia ancora più marcato, permetterà alle due attrici di dar vita a due personaggi credibili e coinvolgenti.
I biglietti sono già in vendita presso la biglietteria del PalaFolli e possono essere acquistati on-line dal sito www.palafolli.it. Ingresso € 10,00. Inizio spettacolo ore 21:00.
Per info 0736 352211 oppure Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Montagna energetica - di Vittorio Camacci
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Gli attuali venti di guerra, che sono ritornati in Europa, hanno innescato una nuova emergenza energetica, mentre nel nostro piccolo comune è notizia di questi giorni che gli irriducibili capodacquari, noti per non "addomarsi" mai , hanno permesso il ripristino di una piccola centrale idroelettrica della capacità produttiva di 300 kw sufficiente a soddisfare con la sua energia verde tutte le famiglie arquatane (speriamo ad un prezzo equo). Sulle nostre montagne ci sono sempre meno precipitazioni ed ogni anno aumenta la siccità, mentre ciclicamente si abbattono violenti temporali e nubifragi come mai prima, che causano gravi danni alle infrastrutture, frane e smottamenti sono sempre più frequenti. Da alcuni anni il mondo scientifico s'interroga per capire se questi cambiamenti climatici dipendano dall'attività dell'uomo o siano solo un mutamento ciclico imputabile alla Natura. Mentre queste ripetute calamità, preoccupano non poco la popolazione più anziana, lasciano completamente indifferenti i giovani. Essi, purtroppo, sono radicalmente convinti della totale invulnerabilità della società moderna. Pensano, infatti, che le future tecnologie siano in grado di proteggerli da ogni situazione. Cosa potrebbe mai accadere all'uomo del Terzo Millennio? Siamo in grado di bucare enormi montagne, spianare intere colline, deviare il corso dei fiumi, costruire edifici completamente antisismici, possiamo gestire e piegare al nostro volere l'ambiente in cui viviamo. A mio modesto parere tutto questo non è vero, siamo molto più fragili dei nostri avi, soprattutto dei nostri nonni, vissuti un secolo fa. Questa mia affermazione può sembrare assurda ed eretica, invece è la dura realtà ed è facilmente dimostrabile con una semplice e non tanto fantasiosa ipotesi senza andare a scomodare catastrofi astronomiche, nucleari o pandemiche, peraltro possibili, pensiamo ad esempio cosa potrebbe succedere nella nostra valle se venissero distrutte o danneggiate le numerose e preziose centrali idroelettriche. Andiamo ad analizzare, quindi, cosa succederebbe sul nostro territorio, in Italia o nell'intero occidente se accadesse una cosa in apparenza banale: la mancanza temporale di energia elettrica per un arco di tempo relativamente breve, un mese. Sarebbe una catastrofe i cui effetti non sono per il momento quantificabili, ma che si possono approssimativamente prevedere. Senza dubbio la prima grande emergenza sarebbe quella del cibo perché il sistema attuale di distribuzione delle grandi catene alimentari non prevede l'uso di scorte. E' troppo oneroso e non salvaguarda la freschezza dei prodotti. Così in un paio di giorni i prodotti freschi terminerebbero e bisognerebbe buttare anche quelli contenuti nei congelatori. Anche la loro normale vendita sarebbe impossibile con i negozi al buio, le casse ed i computer bloccati. Pur avendo a disposizione notevole quantità di farine non sarebbe possibile neppure la panificazione perché oggi è fatta principalmente con forni elettrici. Ci potremmo accontentare del cibo in scatola, ma anche questo sarebbe destinato ad esaurirsi rapidamente, senza possibilità di rinnovare le scorte. Vi lascio immaginare gli enormi problemi di ordine pubblico che una massa di persone smarrite ed affamate potrebbe causare. La totale mancanza di energia elettrica renderebbe, poi, inabitabili le moderne case, perché diventerebbero prive di illuminazione, ventilazione, rifornimento idrico e riscaldamento. Si pensi anche agli ospedali, dove tutto, compreso i sistemi di sopravvivenza sono elettrici e finito il carburante dei gruppi elettrogeni, tutto resterebbe fermo. Ma questo è niente di fronte a quello che potrebbe succedere nel settore delle comunicazioni, dell’economia e dei trasporti, perché oggi tutto è gestito dai computer e dalle telecomunicazioni, quindi si assisterebbe alla paralisi totale dei trasporti assieme ai settori vitali dell’economia e della finanza. Ad esempio il rifornimento dai distributori di carburante sarebbe impossibile. Anche se si ripescasse il contenuto dei serbatoi con il secchio e l'imbuto, finite le esigue scorte, dalle raffinerie non arriverebbe più nulla perché anche loro sarebbero paralizzate dalla mancanza di elettricità e la stessa sorte toccherebbe alle altre industrie. Ecco dunque l'invulnerabile, saccente e presuntuoso uomo del Terzo Millennio, di colpo ferito nelle sue certezze e convinzioni, che viene riportato indietro nel tempo, ai primi del novecento, ma senza l'attrezzatura, la manualità e la millenaria esperienza degli uomini di quei tempi. Le case moderne spesso non sono dotate di un fornello a legna o di un camino funzionale. Anche se questo ci fosse quante massaie moderne sarebbero in grado di cucinare un minestrone di erbe spontanee in un paiolo attaccato alla catena del camino? Saprebbero procurarsi o riconoscere la verdura necessaria senza mischiare le erbe velenose con quelle buone? Saprebbero uccidere o scuoiare un coniglio? Mungere le bestie domestiche? Spiumare e sventrare un pollo? Eppure queste erano solo alcune delle incombenze che erano alla base della vita dei nostri nonni se non quella dei nostri padri. Ora, se questo mio fantasioso racconto può avervi provocato un fastidioso senso di preoccupante ansia, vi prego di spegnere il telefonino o il computer, aprire il frigo e bere una bibita fresca e dissetante. Una volta rasserenati e ancora convinti che la vostra vita è sempre piena di comodità potete tranquillamente tornare a messaggiare su facebook con gli amici.
Vittorio Camacci