arniaIl terzo millennio si è rivelato catastrofico per il nostro territorio, tra pandemie, riscaldamento globale e disastri ecologici ci si è messo anche il terremoto a mettere a rischio la sopravvivenza del nostro Comune. Nonostante ciò l'opinione pubblica locale rimane affaccendata in altre...incombenze e nessuno ha notato che da qualche anno nelle nostre terre si sta perpetrando una strage che, pur essendo di vitale importanza per l'agricoltura locale, è passata quasi sotto silenzio:la morte di tante api autoctone.
Un recente studio scientifico ha stabilito che in meno di cinque anni, dieci milioni di alveari sono spariti dalla faccia della Terra. Calcolando che in ognuno di essi erano presenti circa 60.000 api, la dimensione di questa strage ecologica appare in tutta la sua drammatica dimensione. Questi laboriosi insetti, oltre a fornirci il loro prezioso e dolce prodotto, sono responsabili di oltre la metà delle impollinazioni delle piante per noi vitali. La scomparsa delle api crea un impoverimento del nostro patrimonio vegetale che in pochi decenni potrebbe provocare un disastro ecologico.
Quali sono le cause di questa strage di insetti preziosi ed innocenti? La risposta è scontata: è colpa dell'uomo. Gli insetticidi ed i pesticidi sistemici o neonicotinoidi, poco dannosi per noi, sono invece letali per gli insetti perchè paralizzano il loro sistema nervoso, impedendone le funzioni vitali che li porta in breve tempo alla morte. Un altro grosso problema è rappresentato da un'erbicida totale, ampiamente usato in agricoltura, il glifosfato. Inoltre le api devono fare i conti son un altro nemico, questa volta un coleottero esotico, inconsapevolmente importato dal Sudafrica, l'Aethina Tumida che provoca la distruzione dell'alveare.
Anche i cambiamenti climatici hanno portato sconvolgimenti nel mondo dell'apicoltura, infatti il caldo ha fatto spostare, di anno in anno, sempre più a nord la nidificazione di un uccello, bello ma micidiale per le api: il gruccione. Questo volatile è ghiottissimo delle api che portano un carico di nettare, sono per lui come un cioccolatino ripieno.
Tutte queste cause hanno contribuito a ridurre la nostra produzione di miele, causando l'aumento dei prezzi e soprattutto l'arrivo di furbetti specializzati nella sofisticazione di questo delizioso alimento.
I miei ricordi giovanili si fermano, con nostalgia, alle scorpacciate fatte con pane casereccio, spalmato di miele e ricotta, al tempo una merenda da principino. Le api erano considerate animali domestici, in ogni fattoria erano presenti cinque o sei alveari dislocati in posti strategici come il frutteto, l'orto ed il bosco. Io mi tenevo alla larga da queste cassette, piantate su pali di legno, avevo paura di punture dolorose, ma restavo incantato, quando, a distanza di sicurezza, vedevo i contadini lavorare attorno alle api. Bardati e armati di soffietti a fumo, aprivano gli alveari e smielavano.
Vi prego, fermiamo questa terribile strage, sarebbe davvero imperdonabile, per la nostra cecità ecologica, condannare all'estinzione le nostre future generazioni.
"Se le api morissero, avremmo solo quatto anni di vita" Einstein

Vittorio Camacci

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