ASCOLI PICENO: Mercoledì 20 Gennaio dalle ore 18 si svolgerà presso la sala conferenze della libreria RINASCITA la presentazione del libro "GLI EROI SONO GLI EROI", raccolta poetica di Maria Giorgia Ulbar pubblicata da Marcos Y Marcos. La poetessa sarà introdotta da Agnese Monaldi, docente del liceo Classico di San Benedetto del Tronto. L'evento sarà una occasione unica per avvicinarsi ad una voce peculiare della poesia contemporanea. Parlare di poesia nonostante gli orrori che l'attualità ci propone è un modo per vincere lo scetticismo e offrire alle nuove generazioni la possibilità di tendere ad un mondo più luminoso. La cittadinanza è invitata a partecipare.


Presentazione del libro
GLI EROI SONO GLI EROI

Sarà presente l'autrice MARIAGIORGIA ULBAR
Modera AGNESE MONALDI

rinascita-gli eroiMariagiorgia Ulbar è nata a Teramo, ha vissuto a lungo a Bologna e ora vive tra Roma e l’Abruzzo. Insegna e traduce dal tedesco e dall’inglese. Ha pubblicato la raccolta poetica I fiori dolci e le foglie velenose (Maremmi, Firenze 2012), la silloge “Su pietre tagliate e smosse” all’interno dell’Undicesimo quaderno italiano di poesia contemporanea (Marcos y Marcos, Milano 2012), le plaquette illustrate in edizione limitata Osnabrück e Transcontinentale (Collana Isola, Bologna 2013) e le prime nove cartoline del progetto autoprodotto Poste/Poesie. Ha fondato la Collana Isola, che pubblica libriccini di poesia e illustrazione di autori contemporanei. Collabora al progetto di poesia e fotografia Il tempo qui non vale niente, che si sviluppa on line al sito lightpo.tumblr.com.
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IL LIBRO:Un senso di perenne movimento, con i piedi pesanti, con la mappa, tra morti sotto terra e steli stese, per spiagge di lamiere e tubi, sotto dighe che tolgono il respiro, o là dove la pioggia allaga “e non si è più in grado di trovare / il punto in cui finisce l’acqua / del mare e dall’aria si divide”. Dove non c’è più modo di “sapere / se è bonaccia o burrasca in queste ore”.
Un senso d’emergenza: dobbiamo forse “mettere in un sacchetto il nostro oro / se dovesse servirci all’improvviso / per mangiare, lasciare un posto troppo buio, / salvarti da qualcuno, passare le frontiere nottetempo”.
Camminando su un terreno noto, ma pieno di sprofondamenti, cuniculi, buchi, vediamo fiumi scomparire e poi riaffiorare, sentiamo invocare un tu che è scomparso e ora occupa uno spazio molto più grande di quello che compete ai vivi.
È forse “un uomo che si incontra nel minuto / di una svolta, / poggiato con la schiena a una colonna, / che porta negli occhiali il tempo grande / dei libri, delle pietre, delle piante, / che mangia miele così come mangia chiodi”.
E lei, “cercatrice di disturbi”, “terra desolata isolata sprofondata”, potrebbe “fare sconsiderate cose / amare mai mai / o amare sempre sempre / e essere comunque qui presente”.

Con una musica volutamente disarmonica, con un ritmo di inarcature e frenate, questi versi di bellezza estrema e tangibile, quasi materica, toccano, colpiscono, a tratti accarezzano.

“Una voce aspra e riconoscibile, di notevole valore” Fabio Pusterla

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