LA FERROVIA DEI DUE MARI: come al solito non se ne parla.


logoCome volevasi dimostrare non viene compresa tra le opere di cui si ritiene fondamentale la realizzazione la cosiddetta Ferrovia dei Due Mari, che consentirebbe di far uscire dall’isolamento la parte sud delle Marche, la zona montana del Piceno ed quella del Centro Italia sino alla piana reatina, luoghi dove con più forza si è abbattuta la violenza degli eventi sismici.
Eppure si tratterebbe di realizzare solo 80 chilometri di strada ferrata per unire Ascoli ad Androdoco permettendo con questo piccolo intervento di collegare la costa adriatica a Roma e al Tirreno, consentendo in pari tempo un accesso ecocompatibile ai due Parchi Nazionali del Monti del Laga e del Gran Sasso e dei Monti Sibillini e la creazione di un meraviglioso itinerario comprendente tutte le città d’arte del centro Italia da Ascoli a Sulmona, a L’Aquila, a Rieti, a Foligno, a Perugia, ad Arezzo sino a Firenze e Roma.
Tenendo conto del rilevante volume di traffico, si è ritenuto, invece e opportunamente, proporre la realizzazione di una linea ad alta velocità tra Ancona e Roma e tra Pescara e Roma.
Va rilevato, peraltro, che per la Ferrovia dei Due Mari non ci sarebbe bisogno di realizzare l’alta velocità. Infatti anche con una velocità normale o addirittura bassa sarebbe possibile impiegare, se dovesse essere realizzata, come sembra sia stato programmato, la linea ferroviaria diretta Rieti-Passo Corese-Roma, non più di un’ ora e 45-50 minuti per raggiungere la capitale partendo da San Benedetto del Tronto. D’altra parte il limitato tempo di percorrenza è spiegabile. Infatti gli antichi Romani che, oltre ad essere dei grandi guerrieri e legislatori, erano anche dei provetti ingegneri e costruttori di strade avevano compreso già 2000 anni or sono che il collegamento più breve e veloce tra il Terreno e l’Adriatico poteva essere assicurato solo dalla realizzazione della Consolare Salaria, proprio il tracciato contiguo a quello ipotizzato per la Ferrovia dei Due Mari.
Purtroppo malauguratamente gli antichi Romani sono scomparsi e quindi non possono provvedere a realizzare questo fondamentale collegamento ferroviario, che tra l’altro consentirebbe a buona parte dei residenti della area sud delle Marche e a quelli della’area nord dell’Abruzzo di raggiungere la capitale, il Tirreno e gli aeroporti capitolini in un tempo minore fruendo di questa linea in luogo di quello impiegato utilizzando l’ alta velocità Pescara- Roma o Ancona- Roma.
Ma , pur preso atto di questo deciso, non bisogna darsi per vinti. Infatti occorre insistere e far comprendere che se si vuole veramente dotare il nostro paese delle infrastrutture che consentano la rivitalizzazione di tutto il paese ed in particolare delle aree interne e marginali, soggette ad una deprivazione demografica, economica e sociale impressionate, si dovrà assolutamente affrontare queste problematiche con una mentalità innovativa e con una visione di larghe vedute.
Differentemente si continueranno a privilegiare scelte non sempre oculate e forse regressive che contribuiscono all’ulteriore scivolamento residenziale, economico e sociale verso le aree pianeggianti, costiere o super urbanizzate, non favorendo, invece, uno sviluppo diffuso ed equilibrato di tutto il paese, in modo da creare ostacoli all’eventuali dispiegarsi di emergenze simili a quelle di cui abbiamo sofferto le conseguenze negli ultimi tempi.
Bisogna comprendere, insomma, che uno sviluppo che consenta una equilibrata rivitalizzazione delle aree interne e marginali e della parte meridionale del paese, decongestionando quelle super sfruttate contribuirebbe a creare le condizioni per meglio affrontare le sfide del futuro e permetterebbe di sfruttare con intelligenza il vantaggio competitivo del nostro paese, assicurato dalla sua posizione geopolitica di ponte proteso nel Mediterraneo quale punto di collegamento tra l’area dell’Europa Carolingia e le sponde sud del Mediterraneo e quelle del vicino Oriente, vantaggio che ha consentito all’Italia in due momenti della sua storia di occupare, come sostenuto da Giorgio Ruffolo, una indubbia posizione di superiorità mondiale : “quella,conquistata con il ferro dalla Roma dei re, dei senatori, degli imperatori e quella acquistata con l’oro dalle Repubbliche italiane: Amalfi, Pisa, Venezia, Genova, Firenze, Milano, dopo i secoli bui del medioevo”, superiorità resa possibile, appunto, da uno sviluppo diffuso ed equilibrato di tutto il territorio e non da quello disarmonico e ed egoistico sin qui favorito.
Sezione Italia Nostra di Ascoli Piceno “William Scalabroni”
Presidente
Prof. Gaetano Rinaldi

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