• COMUNICATO STAMPA:

Alla Rinascita il 19 Dicembre CARLO VITTORI presenta il libro NERVI e CUORE SALDI: l'allenamento del velocista nelle sue componenti motivazionali e biologiche


thumb vittori19-12ASCOLI PICENO: Venerdì 19 Dicembre dalle ore 18 alla libreria Rinascita un grande ascolano, Carlo Vittori, storico atleta ed allenatore dei più grandi campioni dell'atletica italiana, ci presenterà il suo libro "NERVI E CUORE SALDI L’allenamento del velocista nelle sue componenti motivazionali e biologiche". L'evento patrocinato dal CONI sarà introdotto e presentato dal Delegato Provinciale CONI Armando De Vincentis. La cittadinanza è invitata a partecipare per scoprire i segreti del preparatore atletico che ci ha regalato emozioni indimenticabili con campioni come il grande Mennea.

SUL LIBRO: Qualche volta presento, e con piacere lo faccio, davvero con piacere, i libri che più mi convincono di questa Editrice (così benemerita del mondo della letteratura sportiva, specie di nicchia) e dell’amico Editore (saggio ed accorto personaggio, di quelli in via di estinzione), che innumerevoli volte ho visto centrare obiettivi importanti di pubblicazione. Obiettivi che fanno epoca e dovrebbero, non sempre avviene, fare tendenza. Ma non avrei mai pensato, non avrei mai messo in cantiere nella mia mente e non penso adesso, mentre scrivo, di riuscire a stendere una presentazione di questo testo di Carlo Vittori.
Il testo si presenta da sé. Come si presenta da sé, all’eccellenza ponendosi, Carlo Vittori. Posso, però, molto brevemente, raccontare qualcosa della iniziale storia che ci legò. Carlo Vittori è stato per me, come per molti del resto, un Maestro, un vero cercatore di nuove strade che, una volta trovate, mostrò ed indicò anche agli altri. Sapeva (e, ovviamente, sa) moltissime cose, moltissime ne arguiva, alle ultime tendeva, e comunque mai le tenne per sé. Le comunicava agli studenti ed ai suoi collaboratori, agli esperti con cui si trovava a dialogare, ad altri insegnanti. Sapeva porgere, sapeva mostrare, sapeva indicare e sapeva presagire. Un mostro? Certo, di capacità. Lo dimostrò allenando atleti di alto ed altissimo livello, poi padroneggiando tutta la forza e tutta la velocità (che è in fondo dire la stessa cosa) e tutta la tecnica (che è dire la stessa cosa) delle corse dell’atletica leggera. Quando racconta, può farlo con la sapienza di un tempo che non ha perduto e la saggezza di oggi. Memorie di un ottuagenario, per parafrasare il celebre romanzo di Nievo.
Voglio qui ricordare la splendida esperienza (è storia, è storia) della scuola italiana della velocità, che produsse l’impulso importante (ne fu Carlo Vittori l’artefice) per una scuola italiana di allenamento sportivo, cui lavorammo in tre. Vittori, con Alessandro Donati, e con me stesso. In tre cominciammo, con diversi volenterosi e capaci a fare da validi coadiutori: la defi nizione di allenamento degli anni ‘80, ricordata come la defi nizione di Vittori, si giovò anche di lunghi (non estenuanti ma piacevoli) incontri di gruppo e di ore di lavoro notturno mie e di Alessandro Donati all’Hotel Miramare di Formia, oltre che di lunghe telefonate serali a Carlo Vittori, per un dubbio e per una conferma, per un’intuizione da comunicare ed un’altra da ricevere ed accogliere. Così si faceva, così si costruiva. Anni di grande formazione, una formazione che in noi restò, anche quando il sistema impedì alla scuola di progredire. Scuola italiana di allenamento, ovvero quel che poteva essere e non fu del tutto. E che non è oggi, in un sistema dove scarseggiano i talenti, ma non i somari! Quella Scuola che non crebbe ebbe però almeno un grande merito, poiché produsse un metodo di lavoro ed il saldo convincimento che nella pratica si ritrovano i pezzi della teoria e che i sistemi si costruiscono dal basso. Anche quelli massimi. Favolosi anni Ottanta del secolo scorso, si direbbe. Ma Vittori visse ed interpretò un ruolo chiave per tutta la seconda metà di quel secolo. Ed oggi, sentendolo parlare e chiarire e puntualizzare e defi nire fenomeni, certamente si continua, si continua, si continua ad apprendere.

Pasquale Bellotti

 

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